Al Gianicolo, uno dei colli romani da cui si domina Roma, è possibile assistere ad uno spettacolo dal sapore antico, una forma d’intrattenimento che ancora oggi con passione e fatica continua la tradizione di Carlo Piantadosi. Si tratta del teatro dei burattini del Gianicolo, presente sotto i pini di piazzale Garibaldi dalla fine degli anni Cinquanta, in una Roma del dopoguerra che portava in scena le maschere della Commedia dell’Arte con il suo mondo disincantato, popolare e burlesco rappresentato da personaggi fortemente caratterizzati. Il casottino di legno verde, collocato vicino alla terrazza panoramica, si anima nel fine settimana quando sul piazzale del Gianicolo si riuniscono i bambini. Radunata una piccola folla, si aprono le persiane del baracchino ed inizia lo spettacolo.
IL TEATRO DEI BURATTINI DEL GIANICOLO
Lo spettacolo del teatro dei burattini al Gianicolo
La magia del teatro dei burattini del Gianicolo che sa di antica memoria deve la sua nascita a Carlo Piantadosi, un napoletano trapiantato a Roma dal 1947 e scomparso nel 2012.
Ha iniziato il mestiere per fame, come ricorda in un’intervista, in un paese fuoriuscito dalla rovina della guerra. Conosceva soltanto il suo dialetto e non parlava l’italiano ma stava cercando un lavoro; ha cominciato a lavorare con quello che sarebbe diventato un suo maestro, Francesco Cardoni, portando in giro i burattini per le strade di Roma.
Dopo un apprendistato durato dieci anni, Carlo Piantadosi si è emancipato dal suo mentore e nel 1959 si è definitivamente installato sul Gianicolo, il colle degli eroi del Risorgimento.
Ora la sua attività continua grazie ai suoi familiari e, come un tempo, le mani del burattinaio animano i personaggi di quel piccolo teatro. Pulcinella, la sua fidanzata Gabriella, il Carabiniere, la Morte, il Diavolo sono i personaggi principali che fanno divertire il loro pubblico.
Non c’è nulla di scritto, si recita a soggetto prendendo spunto, come nella Commedia dell’Arte, da un canovaccio.
LA TRADIZIONE DEI BURATTINI A ROMA
Il teatro dei burattini del Gianicolo prosegue la tradizione di un celebre burattinaio romano Gaetano Santangelo, detto Ghetanaccio, che nella prima metà dell’Ottocento si divertiva attraverso le sue rappresentazioni a denunciare i nobili ed i potenti di turno, finendo per tale motivo più volte in carcere.
Lo spettacolo dei burattini ha rischiato in passato di essere spostato dal suo luogo di appartenenza; lo ha salvato il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali che ha definito il teatro dei burattini “una testimonianza superstite di una forma di spettacolo collegato alla storia della commedia dell’arte”.
Oggi come un tempo, questa attività sopravvive grazie alle offerte dei bambini che a fine spettacolo depositano le monetine all’interno di un secchiello che viene srotolato dalla finestra del baracchino.
Sopra di esso campeggia ancora la scritta “Non tirate i sassi” perché, ricordava Piantadosi nell’intervista, “la domenica quando sulla scena compare il Diavolo o la Morte qualche proiettile ci scappa sempre. Partecipazione vera”.
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