A pochi metri dalla stazione ferroviaria di Roma Termini sorge il complesso delle Terme di Diocleziano, il grandioso progetto promosso dall’imperatore Massimiano e dedicato al suo collega Diocleziano.

SCOPRI QUI TUTTE LE VISITE GUIDATE A ROMA!

TERME DI DIOCLEZIANO A ROMA: LA STORIA

Cosa farai quando sarai a Roma?

Nel periodo della sua costruzione, avvenuta dal 298 d.C. al 306 d.C, l’impero romano era amministrato attraverso una tetrarchia, un sistema di governo che prevedeva una divisione del territorio in quattro parti rette da due Augusti e da due Cesari, una forma statale che consentiva di fronteggiare con più efficacia le continue rivolte intestine. Così Massimiano, che era stato nominato Cesare da Diocleziano nel 285 d.C., in quel periodo teneva le redini di Italia, Spagna ed Africa settentrionale mentre Diocleziano controllava le province orientali che avevano la loro capitale a Nicomedia.

Le terme di Diocleziano, progettate e costruite in soli otto anni in onore di colui che aveva suddiviso l’Impero in quattro centri di poteri, vennero ospitate in uno spazio su cui insistevano altre case e palazzi. Fu, quindi, necessario abbattere le costruzioni preesistenti per lasciare il posto a questo imponente impianto termale, così immenso da ridimensionare le pur grandi Terme di Caracalla. Tredici erano gli ettari interessati dagli impianti che prevedevano, da una parte, le palestre e, dall’altra, disposti su un’asse centrale i bagni ed una piscina (la natatio) profonda un metro ed ampia circa 4000 metri quadrati.

Terme di Diocleziano Roma

Terme di Diocleziano, l’ala della “natatio” (piscina)

Tutto intorno alle terme di Diocleziano correva un’esedra che ai lati era arricchita da due biblioteche. Le decorazioni erano numerose ed erano costituite da colonne, nicchie, statue, marmi e mosaici. Il quartiere in cui sorsero le terme era densamente popolato in quel periodo e l’impianto era in grado di ospitare 3000 persone al suo interno.

MICHELANGELO E LA BASILICA DI SANTA MARIA DEGLI ANGELI

Cosa farai quando sarai a Roma?Le terme di Diocleziano sono anche un esempio straordinario di riuso e riconversione architettonica. L’impianto termale, non più utilizzato dal VI secolo, per mille anni venne lasciato in stato di abbandono ma nel Cinquecento papa Pio IV affidò a Michelangelo la progettazione della basilica di Santa Maria degli Angeli che doveva nascere proprio all’interno del diruto complesso termale, sull’antica vasca del frigidarium e del tepidarium.

Il genio del Buonarroti capì che sarebbe stato meglio non abbattere ma rispettare l’edificio precedente, senza alterarne la struttura, in più Michelangelo ideò il bellissimo chiostro grande, visitabile sempre dalle terme di Diocleziano, luogo che ospita le gigantesche teste di animali rinvenute nel 1586 durante la costruzione di Palazzo Zambeccari.

IL MUSEO NAZIONALE ROMANO

Nel 1889 all’interno delle terme di Diocleziano venne istituito il Museo Nazionale Romano che oggi è suddiviso in quattro sedi distinte: oltre alle terme le opere antiche sono esposte al vicino Palazzo Massimo, alla Crypta Balbi e a Palazzo Altemps.

Il percorso dell’impianto termale, suggestivo ed interessante, ripercorre attraverso sarcofagi, iscrizioni, mosaici ed opere, la vita del popolo romano dalla sua nascita alla caduta dell’Impero. I reperti archeologici presenti sono stati rinvenuti non soltanto a Roma ma anche nel suo suburbio, nelle necropoli di Via Portuense, di Osteria dell’Osa, di Tusculum, di Fidene e da rimarcare è la presenza al secondo piano della Sezione protostorica del Museo Nazionale Romano che dedica particolare attenzione alla storia del Latium Vetus e delle sue popolazioni.

Interessante la presenza delle testimonianze più antiche di scritture rinvenute in Italia come, ad esempio, il graffito in caratteri greci risalente all’VIII secolo a.C e rinvenuto all’interno della tomba di una donna sepolta alla necropoli di Osteria dell’Osa.

Bellissime le urne riccamente decorate che contengono le ceneri dei defunti, dai nobili ai liberti, dalle persone abbienti ai più umili lavoratori. La stele funeraria di Licinia Amias rappresenta una delle più antiche testimonianze cristiane (III secolo d.C) e su di essa vi è raffigurato il disegno di un pesce, simbolo di Cristo perché in greco pesce si scrive ICTUS (acronimo di Iesus Christós Theoù Uiós Sotér, cioè di Gesù Cristo figlio di Dio Salvatore).

 
 
 
 
 
Visualizza questo post su Instagram
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Un post condiviso da Passaggi Lenti (@passaggilenti)

IL PERCORSO MUSEALE TRA PEZZI RARI E INFINITE SORPRESE

Sorprendenti poi sono le defixiones, le maledizioni rinvenute nel sito della fonte di Anna Perrenna e destinate ad amanti, mogli e magistrati. Si tratta di lamine sottili su cui erano scritte delle imprecazioni come, ad esempio, quella per il giudice Sura ‘nato da una vulva maledetta‘ (come recita la scritta latina), i cui due occhi, che nell’invocazione devono essere strappati dalle ninfe, sono inseriti all’interno di un utero. Sorprendenti sono anche delle statuette di farina e miele, figure antropomorfe che sono una sorta di bambolette vudù dell’epoca romana.

 
 
 
 
 
Visualizza questo post su Instagram
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Un post condiviso da Passaggi Lenti (@passaggilenti) in data:

Una sezione poi è dedicata ai culti orientali già presenti in età imperiale: il culto di Iside, praticato in Egitto dal IV millennio a.C., e quello di Mitra, divinità iranica raffigurata nell’atto in cui uccide un toro. Si trattava di un culto misterico che prevedeva sette gradi di iniziazione e che era presente a Roma già nel I secolo d.C..

L’intero percorso museale delle Terme di Diocleziano offre, insieme alle altre tre sedi del Museo nazionale Romano, una panoramica sulla vita romana attraverso l’arte, la vita e la scrittura, una visuale completa sull’esistenza e la morte della popolazione che dal Lazio conquistò il mondo.

SCOPRI QUI TUTTE LE VISITE GUIDATE A ROMA!

 

Booking.com

 

Potrebbe interessarti anche:

 

Leggi anche:
Il tempio di Ercole Vincitore al Foro Boario
Ostia Antica, le origini di una grandiosa area archeologica