Villa Foscari, nota anche come “La Malcontenta”, placidamente adagiata sulle rive del Naviglio del Brenta, è una delle tante creature di Andrea Palladio che nella realizzazione delle sue ville venete dimostrò tutto il suo incommensurabile genio.

Conosciamo una delle più maestose fra tutte le perle palladiane, un luogo tutto da scoprire.

I FOSCARI, IL SIMBOLO DEL POTERE A VENEZIA

A volere una villa che ostentasse degnamente il potere di una delle famiglie aristocratiche più importanti della Repubblica di Venezia furono i fratelli Niccolò e Alvise Foscari, un cognome che nella Serenissima significava davvero molto.

Ricchezza, potere, prestigio, blasone, questo a Venezia rappresentano i Foscari, famiglia signorile di lungo corso che segna in modo evidente la storia della città.

Originari di Zelarino, località veneziana posta sulla terraferma, i Foscari giungono nella Laguna, come attestano le fonti, intorno al IX secolo ed è qui che costruiscono la loro straordinaria fortuna legata indissolubilmente ai commerci sui mari.

Alla rapida ascesa economica segue più o meno parallelamente quella sociale. I Foscari si fanno conoscere a Venezia, facendo edificare palazzi, chiese ma soprattutto, entrando nei gangli del potere cittadino, operazione indispensabile per imporsi davvero.

L’acme dell’ascesa dei Foscari viene raggiunto nel 1423 quando Francesco Foscari viene eletto doge. A ricoprire la più prestigiosa carica politica veneziana è il figlio primogenito di Nicolò e di Caterina di Giovanni Michiel che, fin da subito, mostra doti non comuni, quelle che lo portano a soli ventisette anni a entrare nella Quarantia, il supremo tribunale, una delle istituzioni civili più importanti di Venezia, con funzioni non solo giudiziarie ma anche politiche.

Da quel momento in poi la carriera di Francesco Foscari è fulminea e inarrestabile, toccando l’apogeo il 15 aprile 1423, quando viene eletto doge, carica che mantiene fino al 22 ottobre 1457.

Durante il suo dogato, il più lungo della storia veneziana, la città lagunare conosce uno dei momenti migliori di tutta la sua plurisecolare storia. Cresce in ricchezza ed estensione, strappando ad altri stati italiani importanti territori sulla terra ferma.

Pur non esprimendo più dei dogi negli anni a seguire il nome dei Foscari a Venezia continua a essere sinonimo di potere, ricchezza, lustro, per questo Alvise e Niccolò Foscari commissionano ad Andrea Palladio la costruzione di una villa sulle rive del Naviglio del Brenta e l’accettazione da parte dell’architetto padovano è assolutamente scontata.

LA COSTRUZIONE DI VILLA FOSCARI, LA MALCONTENTA

Venezia, 1554. Nicolò Foscari, che da anni ha acquisito con il fratello Alvise per conto della famiglia importanti appezzamenti lungo le rive del Naviglio del Brenta, decide di far edificare una villa padronale.

Quello che ha in mente non è una semplice dimora, neppure una villa-fattoria come era solito fare in quel periodo ma una vera e propria residenza suburbana, sul modello di quelle degli antichi romani, un luogo bello ma anche pratico da raggiungere in barca, direttamente da Venezia, magari dallo splendido palazzo di Ca’ Foscari, la residenza ufficiale di famiglia, splendidamente affacciato sul Canal Grande.

Un’idea ambiziosa per questo Nicolò Foscari si affida ad Andrea di Pietro della Gondola, un vero e proprio specialista in materia, sicuramente più conosciuto con lo pseudonimo di Andrea Palladio che, da poco rientrato da Roma, accetta di buon grado la proposta del discendente del doge.

Palladio ha già all’attivo la realizzazione di alcune ville, medaglie ben luccicanti da apporre fieramente sul petto.

Il cantiere della villa corre spedito ma Nicolò Foscari non può vederlo terminato. Muore infatti, nel 1560 prima che venga posata l’ultima pietra ma Palladio vuole omaggiare il maggiore committente di quella splendida dimora inserendo, sotto al timpano della facciata, un’iscrizione in latino:

Nicolaus et aloysius Foscari fratres Federici Filii

Nel 1566 Villa Foscari è finalmente completata, come riporta Giorgio Vasari nelle sue Vite. Per diversi decenni “La Malcontenta” risulta uno dei punti di riferimento non solo per la nobiltà locale ma anche per tutti quei personaggi di rilievo che transitano dalle parti della villa palladiana. Nel 1574, ad esempio, vi alloggia Enrico di Valois che di lì a pochi mesi diventerà re di Francia con il nome di Enrico III. Poi fu la volta nel 1629 del Granduca di Toscana, nel 1692, del re Polonia e, alcuni anni dopo, del sovrano di Danimarca.

A partire dalla seconda metà del Settecento, Villa Foscari conosce un rapido declino che la porta nel secolo successivo a essere totalmente abbandonata, con evidenti conseguenze sulla struttura stessa come testimonia una fotografia scattata Fritz Burger nel 1909.

Nel 1924 la proprietà della villa viene acquisita dall’inglese Albert Clinton Landsberg. Per “La Malcontenta” inizia una seconda vita.

Landsberg autorizza un ampio programma di restauri che riportano edificio del Palladio allo splendore iniziale, quello che ancora oggi possiamo ammirare.

Ecco come Robert Byron, nel suo La via per l’Oxiana ricorda l’intervento su Villa Foscari da parte di Landsberg.

«La famosa villa, magnificata in tutti i libri sul Palladio, stava cadendo in rovina quando la vide Landsberg, nove anni fa: senza porte né finestre, era usata come magazzino di svariati prodotti agricoli. Landsberg l’ha resa abitabile.»

Villa Foscari Malcontenta

La facciata di Villa Foscari

L’ARCHITETTURA DI VILLA FOSCARI

L’edificio realizzato dal Palladio sorge su un alto basamento, un elemento architettonico dall’alto impatto estetico e dai forti richiami a quella classicità tanto apprezzata e studiata da Palladio.

Realizzando quel basamento Palladio assolve, oltre che a una funzione estetica anche a una decisamente pratica. Crea, infatti, un netto distacco fra il piano nobile e il terreno, piuttosto umido in quelle zone, garantendo, così, a tutta la villa un perfetto isolamento.

Collocata su tre piani, Villa Foscari si caratterizza per la bellissima facciata d’ingresso che, rivolta verso il canale, è impreziosita da uno scenografico pronao ionico, una delle cifre architettoniche di Palladio ma anche da due scale gemelle che conferiscono movimento e leggerezza a tutta la struttura che ricorda e non poco l’elegante architettura del Tempietto alle Fonti del Clitunno, costruzione ben nota al Palladio al momento di erigere Villa Foscari.

Meno appariscente ma non per questo meno imponente, è la facciata posteriore che, al netto dei rimandi piuttosto evidenti a Villa Madama di Raffaello, evidenzia il genio dell’architetto padovano. Questi, infatti, aprendo più finestre rispetto a quelle realmente necessarie, offre al visitatore, in un gioco scenico gradevolissimo e molto moderno, una visione anticipata degli ampi spazi interni, come nel caso della grande finestra termale (si tratta di una finestra semicircolare divisa in tre parti, di cui quella centrale è di norma più grande di quelle laterali) da cui è possibile intravedere l’immensa sala centrale, impreziosita da il grande soffitto voltato.

D’impatto è anche l’altezza dell’intera struttura, un unicum fra le diverse ville palladiana. Di norma, infatti, le “creature” dell’architetto padovano avevano un’altezza da terra di 5 piedi, Villa Foscari invece, è alta ben 11 piedi.

La Malcontenta Villa Foscari

Villa Foscari

GLI AFFRESCHI DELLA VILLA E IL GRANDE GIARDINO

Se imponente è l’esterno di Villa Foscari, decisamente sfarzoso è l’interno, la cui decorazione viene affidata a diversi artisti che cominciano a lavorare non appena termina la costruzione della “Malcontenta”. Tra questi Battista Franco, Bernardino India e soprattutto, Giovanni Battista Zelotti. A quest’ultimo, collaboratore del Veronese e già impegnato nella decorazione di altre ville, tra cui Villa Godi, anch’essa del Palladio, spetta la realizzazione della maggior parte degli affreschi, perlopiù più ispirati a temi mitologici, tratti dai racconti di Ovidio contenuti nella sua più celebre opera: Le Metamorfosi.

Colpiscono per bellezza e imponenza gli affreschi raffiguranti Astrea che raggiunge in cielo la madre Teti, quelli dedicati a Prometeo che pagò caramente l’aver rubato il fuoco per donarlo agli uomini, gli affreschi riproducenti il mito di Bacco e Arianna o quelli raffiguranti la sfortunata scalata all’Olimpo intrapresa dai Giganti.

Particolarmente apprezzato è anche il giardino che circonda Villa Foscari, anch’esso progettato personalmente da Palladio e concepito come un ideale prosecuzione della suggestione della villa, spazio verde realizzato tenendo ben presente la lezione dello scrittore latino Plinio il Vecchio sui giardini nel mondo antico.

LA MALCONTENTA. L’ORIGINE DEL NOME, TRA MISTERO E REALTÀ

Villa Foscari è conosciuta anche come “La Malcontenta”, un nome decisamente singolare la cui origine, ancora oggi, non è certa. Secondo alcuni tale denominazione deriverebbe da una nobile dama che dimorò nella villa e che era nota con il soprannome di malcontenta, per via della reclusione forzata a cui era stata costretta come pena per la sua vita decisamente licenziosa.

Una spiegazione romantica, dal forte impatto letterario ma storicamente poco attendibile.

Ben più verosimile è il legame fra il nome della villa e la zona su cui venne edificata, conosciuta come la malcontenta, per via delle ripetute esondazioni del Brenta in quel punto, fenomeni che infastidivano e non poco gli abitanti locali.

 

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COME ARRIVARE A COME VISITARE VILLA FOSCARI

Arrivare a Villa Foscari è piuttosto semplice, vista la sua vicinanza a diverse città quali Venezia, Padova, Mestre o Vicenza ed è raggiungibile anche con modalità meno consuete come la bicicletta o un romantico battello, risalente le acque del Brenta.

Villa Foscari, patrimonio dell’UNESCO, pur essendo una proprietà privata, è, tuttavia, visitabile tutti i giorni della settimana, seppur con orari di apertura differenti in base al giorno previsto. Il suggerimento, quindi, è di consultare prima il sito dedicato alla villa, così come consigliamo di inserire nelle indicazioni di percorso come punto d’arrivo Piazza Malcontenta di Mira, la località dove sorge la villa palladiana e a cui si accede da Via dei Turisti, il cui transito è possibile solo a piedi.

 Ringraziamo Daniela Caporaso per le foto.

 

 

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