La piccola ed ordinata Vipiteno in Trentino Alto Adige è la cittadina italiana più a settentrione del nostro paese, un borgo dal carattere tirolese che si trova a circa 1000 metri di altitudine e ad appena 15 chilometri dall’Austria. La sua collocazione nella magnifica valle dell’Isarco consente a chi si trova in visita e agli amanti dell’escursionismo di avventurarsi tra i vari percorsi esistenti, che consentono di conoscere il territorio circostante così ricco di storia e di paesaggi mozzafiato. Ma, natura a parte, Vipiteno affascina di per sé con la sua eleganza e signorilità, per il senso della misura e dell’armonia che la avvolge.
VIPITENO: A PIEDI TRA GLI EDIFICI DELLA REICHSTRASSE
Vipiteno, la via dello shopping
Con l’alta Torre delle Dodici ad incorniciarne il profilo del panorama, Vipiteno deve il suo aspetto e la sua forma ad una strada che è l’anima del paese: la Reichstrasse, o via della Città Nuova. Si tratta di un’area pedonale su cui si ergono splendidi e superbi palazzi risalenti ad un periodo che va dal XV al XVII secolo, una rassegna colorata di edifici che si susseguono senza soluzione di continuità. Alcuni di essi dalle tinte vivaci e forti presentano merlature, altri insegne in ferro battuto, altri ancora gli stemmi di famiglia e gli erker (una soluzione architettonica di origine nordica in cui la finestra è proiettata all’esterno su una sorta di terrazzino). Il fascino della via è dovuto alla cura e alla raffinatezza che la compongono, alle sue linee verticali, ai portici, ai piccoli esercizi commerciali che attirano i turisti, alla presenza dei mercatini di Natale durante i mesi invernali.
LA TORRE DELLE DODICI
Vipiteno
È proprio la Torre delle Dodici, il simbolo di Vipiteno costruito sul finire del Quattrocento dall’architetto Hans Feur, a dividere in due rettifili il paese, segnando il passaggio dalla città nuova a quella vecchia. Sulla sua facciata è dipinto lo stemma della cittadina tirolese: un’aquila rossa con le ali spiegate ed un pellegrino che si poggia con la mano sinistra su una stampella. Secondo un’antica leggenda, infatti, le origini di Vipiteno sarebbero da ricercare proprio nel passaggio in quelle terre di un fedele che si recava in Terra Santa, un uomo di nome Starzo o Störzl, da cui il paese prese il nome di Sterzing in lingua tedesca. Ma è con Mainardo II che nel Duecento il feudo del Tirolo divenne uno stato fiorente e Vipiteno/Sterzing venne elevata al rango di città dopo la costruzione della cinta muraria in grado di difenderla da attacchi nemici.
Vipiteno conobbe così il suo primo periodo d’oro con i cittadini che organizzarono le prime forme di ospitalità per i viaggiatori in transito verso il Brennero. Due secoli dopo il benessere cittadino crebbe ulteriormente grazie allo sfruttamento delle miniere d’argento di Monteneve e di Fleres e, proprio in virtù del maggiore introito di denaro, iniziò a prendere forma la Reichstrasse così come oggi la vediamo. Così forte era la volontà da parte dei proprietari di avere l’accesso della propria casa su questa strada rettilinea che le strutture dei palazzi vennero sviluppate in altezza e profondità, anziché in larghezza, in modo da collocare più aperture e portoni possibili sulla via. Per risolvere il problema dell’illuminazione e della circolazione dell’aria si pensò di costruire lucernari ed erker in grado di catturare la luce e di ventilare i locali. Oggi ripercorriamo la Reichstrasse e torniamo indietro nel tempo, osservando meravigliati tutti gli edifici incollati l’uno all’altro: c’è il palazzo che ospitava un tempo il Tribunale Minerario poi la casa delle famiglie arricchitesi grazie alle miniere, le ex botteghe, gli alberghi, il Palazzo Comunale in stile gotico e l’unico edificio appartenuto ad una famiglia contadina: la casa Messner.
Passare una giornata a Vipiteno, all’insegna del relax, della lentezza e dell’aria pulita, rende ancora più piacevole il soggiorno in questo territorio affascinante tutto da scoprire.
Potrebbe interessarti anche:
Leggi anche: In viaggio lungo la Romantische Strasse San Lorenzo in Banale, relax e natura sulle Dolomiti trentine Il campanile nel lago: viaggio a Curon Venosta, il paese sommerso Forte di Fenestrelle, storia della grande muraglia piemontese